Il mondo dei videogiochi è spesso al centro di dibattiti accesi, soprattutto quando si parla di salute mentale. Da un lato c’è chi li considera una potenziale fonte di isolamento e dipendenza, dall’altro sempre più studi e testimonianze mostrano come il gaming possa avere effetti positivi sull’umore, la socializzazione e lo sviluppo cognitivo.
In questo articolo analizziamo i reali benefici e i possibili rischi legati all’esperienza videoludica, con un focus specifico sulla comunità italiana.
Giocare a videogiochi può essere un modo efficace per alleviare lo stress e scaricare la tensione accumulata. Titoli rilassanti, open world o sandbox (come Minecraft o Animal Crossing) favoriscono momenti di calma e benessere.
Molti videogiochi richiedono attenzione, memoria, pianificazione e problem solving. Giochi strategici o gestionali aiutano a sviluppare abilità mentali utili anche nella vita reale.
Il gaming online offre l’opportunità di interagire con altri giocatori, creare amicizie e sentirsi parte di una community. In particolare, i giochi multiplayer come League of Legends o Fortnite favoriscono la collaborazione e la comunicazione.
Superare sfide, avanzare di livello o vincere un torneo può aumentare la fiducia nelle proprie capacità. Per molti giovani, il videogioco diventa uno spazio in cui poter “brillare”.
Alcuni videogiochi sono utilizzati anche in ambito clinico, per la riabilitazione cognitiva o come supporto nella gestione di disturbi d’ansia e depressione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto il “gaming disorder” come una condizione clinica. Si manifesta quando il tempo dedicato al gioco compromette il benessere fisico, sociale o scolastico/lavorativo.
Sebbene il gaming online favorisca l’interazione, un uso eccessivo o solitario può portare a isolamento e difficoltà relazionali, soprattutto nei più giovani.
Giocare fino a tarda notte, in particolare su schermi retroilluminati, può disturbare il ritmo circadiano e causare problemi di sonno.
Sebbene non ci sia una relazione diretta tra videogiochi e comportamenti violenti, contenuti estremi o troppo competitivi possono influenzare negativamente l’umore e la tolleranza alla frustrazione.
Le community online non sono sempre inclusive: il rischio di offese, esclusione o cyberbullismo è presente, specialmente nei giochi multiplayer con chat vocali o scritte.
Nel contesto italiano, dove molti genitori sono ancora distanti dal mondo gaming, è fondamentale promuovere il dialogo:
Informarsi sui giochi scelti dai figli
Impostare limiti chiari su orari e contenuti
Giocare insieme per creare un momento di condivisione
Usare parental control e guide PEGI per scegliere i titoli adatti
✅ Fissa orari precisi di gioco
✅ Fai pause ogni 60-90 minuti
✅ Bilancia il tempo con attività fisiche o sociali offline
✅ Cura la tua postazione (illuminazione, postura, ergonomia)
✅ Parla con altri giocatori in modo rispettoso e positivo
Negli ultimi anni, sono nate anche in Italia diverse iniziative per promuovere un uso consapevole del gaming, come:
Programmi scolastici educativi sui videogiochi
Workshop su eSport e salute mentale
Piattaforme con supporto psicologico dedicato ai gamer
Progetti sociali che usano i videogiochi per l’inclusione
Il gaming non è un nemico della salute mentale – se praticato con equilibrio e consapevolezza, può essere una risorsa incredibile per lo sviluppo personale, la socializzazione e il benessere emotivo.
Come per ogni cosa, la differenza la fa l’uso che ne facciamo.